2° IV cat. «Grande Medaglia d’oro», Concorso di Turismo (Mochi) – A.C. di Milano
«Medaglia di bronzo» (arredamento dei battelli automobilistici da turismo), VIII Salon de l‘Automobile – Paris (F)
La “Florentia” del 1901 rappresenta la prima automobile fabbricata a Firenze ed una delle prime prodotte in Italia. Questa sua prerogativa sarebbe già di per sé sufficiente a motivarne la citazione, l’inserimento e la “acquisizione” all’interno in un museo dedicato al design toscano. In realtà, però, essa rappresenta molto di più del mero primato storico cui si è or ora accennato.
Essa segna in qualche modo l’inizio di una storia importante incentrata sul ruolo che Firenze e la Toscana hanno rappresentato nella storia dell’automobile in Italia, un ruolo che nel tempo è stato sostanzialmente dimenticato, superato dall’emergere e predominare delle grandi fabbriche e dai grandi marchi del nord: Fiat, Alfa Romeo, Lancia ecc.
Quando si parla di car design italiano – o anche semplicemente d’auto –, è indubbio che esista nell’immaginario collettivo un’associazione immediata ed esclusiva con i centri storici di produzione dell’auto del nostro paese: Torino, Milano, Modena o, al massimo, con l’Italia del nord-ovest. Certamente non viene in mente la Toscana, per non dire poi Firenze, ma questo immaginario, per quanto comprensibile è basato su una lettura superficiale della realtà. Il legame tra parabola dell’auto e Toscana appare infatti estremamente profondo.
Nel 1853 viene esposto all’Accademia dei Georgofili quel motore a scoppio che Eugenio Barsanti e Felice Matteucci – entrambi toscani – avevano appena inventato. Brevettato l’anno successivo, il motore viene costruito nella fonderia Benini Albignone e reso funzionante nel 1856.

Sebbene per molti decenni si sia erroneamente ritenuto che la prima auto a circolare in Italia fosse stata una Panhard-Levassor mod. “Dog-Kart” acquistata dal nobile fiorentino Carlo Ginori [01], tale esemplare “fiorentino” va peraltro tuttora ricompreso nel novero delle primissime auto circolanti sul territorio nazionale, a testimonianza dell’immediata attenzione tributata in regione al nuovo prodotto. Ancora un fiorentino è «Giuseppe Alberti negoziante di macchine per cucire in via dei Pucci» che nella medesima strada apre quello che sarà «il primo salone di vendita per automobili, subito imitato da tale Ettore Magliati, concessionano della De Dion»[02].


Dunque a Firenze non ci si limita solo ad acquistare auto, le si inizia anche a costruire, «mentre a Torino nasce la FIAT, qui vede la luce la Rondine, che nel 1902 produce una prima elegante automobile che vincerà la medaglia d’oro all’esposizione di Parigi»[03 – Pier Francesco Listri, Op. cit.].
Nel 1901, come già accennato, era però già nata un’altra fabbrica di auto, la FTA (Fabbrica Toscana Automobili), una delle marche d’automobili più antiche d’Italia tanto da essere già citata dalla Gazzetta dello Sport del 21 dicembre 1900.
Dal 1903, dopo Milano e Torino, anche a Firenze si inizia ad organizzare un Concorso di Eleganza al Parco delle Cascine, il “Corso dei Fiori” – tra l’altro vinto proprio dalla Florentia di proprietà del duca Leone Strozzi, Amministratore unico della azienda omonima, che, in quella occasione, vendette il medesimo modello alla regina Margherita, presente alla manifestazione.
Altri concorsi di eleganza furono poi allestiti anche a Viareggio e Montecatini luoghi già noti di villeggiatura.
Ma il racconto della liaison fra regione e automobile continua con Pasquale Ermini – “Pasquino” (Leccio – Reggello , 30 settembre 1905 – Firenze, 1958) – che dalla sua officina di Viale Matteotti a Firenze inizia dagli anni ’30 a preparare auto da corsa e poi a produrre proprie vetture che, tra gli anni ’40 e ’50, rivaleggiano con bolidi come Maserati, Alfa Romeo, OSCA, nonché le stesse vetture della Ferrari anch’essa all’inizio della sua storia.
Nato a Firenze è pure Francesco Scaglione – “Franco” (Firenze, 26 settembre 1916 – Suvereto, 19 giugno 1993) – che disegnò le bellissime forme dell’Alfa Romeo 33 Stradale del 1967, e toscani sono ancora l’ingegnere Giotto Bizzarrini (Livorno, 6 giugno 1926), il padre della grande Ferrari GTO del 1962 e l’ingegnere Carlo Chiti(Pistoia, 19 dicembre 1924 – Milano, 7 luglio 1994).
Infine, non possiamo certo non citare la presenza di due grandi aziende legate al mondo dei mezzi di trasporto come la Piaggio di Pontedera e la Brera di Pistoia.



Anche nel mondo del nascente agonismo l’amore per l’automobile e il brivido della velocità conquista i toscani che accorrono numerosi al primo Giro d’Italia che passa da Firenze nel 1901. L’anno dopo, il 15 giugno, assistono invece alla prima gara automobilistica in salita: quella della Consuma [04].
I grandi corridori toscani che sbocciano poi dopo la prima guerra mondiale hanno nomi a lungo celebrati: Masetti, Brilli Peri, Niccolini, Materassi. Più tardi sarà l’indimenticato Clemente Biondetti, detentore, tra l’altro del record di vittorie alla Mille Miglia, ben quattro: nel 1938, 1947, 1948, 1949.
[04] Va notato che proprio nella prima edizione della corsa della Consuma la Fiorentia della FTA vinse il l° premio nella categoria “Touristes”. Mentre nell’anno successivo, il 1903, come segnalato anche da Mario Fierli, alla corsa è abbinata anche una concomitante «prova al chilometro sul viale della regina alle Cascine». In tale contesto, delle «vetturette corre la sola Florentia 10 HP, guidata da Cattaneo. L’ottima macchina che fila splendidamente copre il km, in 48′ 4/7 pari a km. 73,700 all’ora». Sempre sulle pagine de La Stampa Sportiva del 21 giugno 1903 Fierli segnala che «sul percorso Pontassieve-Consuma (chilometri 14 di percorso in salita al 10%) […] la Florentia, una delle concorrenti che si presentava sotto i migliori auspici, per uno sgraziatissmo quanto impreveduto e imprevedibile inconveniente (la rottura di una candeletta d’accensione) ha compiuto quasi tutto il percorso in condizioni troppo inferiori alle concorrenti». Nonostante ciò nella categoria touristes la Florentia 8 HP guidata da Mochi, arriva terza in 34′ 46″ 1/3, e medesima posizione è conquistata nella categoria vetturette da Cattaneo con una Florentia 16 HP in 32′ 20”.
Per tornare all’argomento pincipale della nostra scheda, occorre rimarcare che oltre il suo innegabile valore sul piano storico, la vetturetta Florentia del 1901, presenta un peculiare interesse anche per alcuni contenuti tecnici posseduti.
Motorizzata infatti con un bicilindrico Buchet raffreddato ad acqua, la Florentia possedeva già una ventola di raffreddamento, allora era adottata solo dalle Benz. Questo sistema, aveva l’incomparabile vantaggio di assicurare il perfetto e continuo raffreddamento con una quantità minima di acqua (8 o 9 litri) per oltre 500 km di viaggio.

Con una vettura del genere il marchese Lorenzo Ginori, tra i nobili più in vista dell’aristocrazia fiorentina, ed appassionatissimo d’automobilismo, superò indenne nel settembre del 1901 la salita da Livorno al Montenero, un risultato di tutto rispetto anche per le macchine di oggi. Di tale impresa è peraltro testimone la rivista “l’Auto” del primo settembre 1901 che all’epoca scriveva «… con una vettura “Florentia” il Marchese Lorenzo Ginori, abilissimo, fra i più abili chauffeur italiani, superava facilmente venerdì scorso la rapidissima salita, in alcuni punti del 22%, che conduce a Montenero (Livorno). Ci consta che il Marchese Ginori sia il solo chauffeur che sia riuscito nell’impresa malgrado i molti tentativi di altri, e siamo ancor lieti che questo tour de force sia stato compiuto con una vettura nazionale, ma anche fiorentina. I nostri rallegramenti al Marchese Ginori e alla Fabbrica Toscana di Automobili».
Anche grazie al successo di Ginori, l’innovativa vettura Florentia ebbe indubbiamente il merito di contribuire all’immediato sviluppo dell’azienda al punto che nel 1903, la FTA decise di consolidarsi con un aumento di capitale e nuovi soci. Quindi, con atto stipulato dal notaio Carlo Querci l’11 marzo 1903, la FTA adottò proprio il nome di quest’auto, divenendo la S.A. Florentia.
Dal punto di vista del design come sappiamo all’epoca della Florentia l’estetica dell’auto era decisa dai mastri carrozzieri che di norma seguivano direttamente le richieste del singolo cliente per l’allestimento della scocca. Nel nostro caso si tratta di una tipo Phaeton a due posti con panca posteriore, oggi diremmo una 2+2.
Anche nei limiti appena descritti, al momento non è dato sapere chi siano stati i creatori di questa specifica vettura, risulta comunque acclarato che già nel 1903 nell’azienda Florentia lavoravano progettisti allora famosi come Giustino Cattaneo – futuro direttore della sezione progettazione della Isotta Fraschini – e Antonio Chiribiri che, nel 1913, sarebbe divenuto lui stesso costruttore, lasciandoci in eredità la famosissima “Infuocata” del 1922, una sportiva pilotata anche da Tazio Nuvolari. Nel corso della loro attività presso la Florentia, Cattaneo e Chiribiri furono, tra l’altro, gli artefici dell’unico esemplare giunto sino a noi e custodito nel Museo dell’automobile di Torino: la Florentia Phaeton 10 HP del 1903.


Una forma complessiva elegante e piacevole che poteva tenere egregiamente confronto con vetture di marchio ben più prestigioso a livello europeo.
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Una delle rare immagini della vetturetta FTA “Florentia”, 1901 | courtesy Wikipedia

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Massimo Grandi, Ricostruzione schematica della FTA “Florentia” del 1901 | © Massimo Grandi, courtesy Laboratorio Car Design – Università Firenze

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Una variante coeva del precedente modello di vetturetta FTA “Florentia” 1901 con motore Buchet (estratto da: Giancarlo Amari, Matilde Barberis (a cura di) Marche italiane scomparse, Centro di Documentazione Museo Nazionale dell’Automobile, Torino 1972) | courtesy Centro di Documentazione Museo Nazionale dell’Automobile di Torino

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Non sono attualmente disponibili le dimensioni quotate della vetturetta Florentia.
Tra i dati tecnici consolidati vanno annoverati i seguenti: