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F.T.A. Florentia

F.T.A. Florentia

Data

1901

a cura di: Umberto Rovelli
  • 1908
    Targa Turismo Nautico, Touring Club Italiano – Milano
    «Medaglia d’oro» Turismo Nautico, Touring Club Italiano (Bisio) – Milano«Medaglia d’argento», Esposizione dell‘Automobile e del Ciclo – Piacenza
    Record percorrenza su strada turistica con assale “Granieri” – Varie Nazioni
  • 1907
    2° II cat. Gara dei 5 Km. «turismo» (Galli) – Verona
    2° II cat. Gara del chilometro «turismo» (Galli) – Verona
    3° IV cat. Gara del chilometro «turismo» (Galli) – Verona1° cat. 12 metri IV Meeting Motonautico (Bisio) – Monaco (MC)
    1° cat. e velocità assoluta Corsa Odessa-Nicolajeff (Vercelli, Petrillo) – Odessa (UA)
  • 1906
    1° cat. Handicap Cruisers 50 Km., III Meeting Motonautico (Bisio) – Monaco (MC)
    Raid Marittimo nel Mediterraneo e Record Spezia-Napoli (Bisio)
    1° serie 12 mt. «Coppa del Duca di Genova» (Bisio) – Stresa
  • 1905
    1° cat. Cruiser II serie, «Gran Premio del Ministero del Commercio Francese» e «Gran Premio Echo de Paris», Coupe du Salon (Bisio) – Paris (F)Gran Diploma d’Onore dell’«Automobil-Club de France», Concours de Voitures de Ville (Gretron) – Paris (F)

    2° IV cat. «Grande Medaglia d’oro», Concorso di Turismo (Mochi) – A.C. di Milano

    «Medaglia di bronzo» (arredamento dei battelli automobilistici da turismo), VIII Salon de l‘Automobile – Paris (F)

  • 1904
    1° cat.TouristesCoppa della Consuma (Sidrac) – Firenze | Arezzo
    2° cat. TouristesCoppa della Consuma (Alberti) – Firenze | Arezzo
    2° cat. VetturetteCoppa della Consuma (Alberti) – Firenze | Arezzo
    2° gara velocità cat. Vetture leggereCoppa della Consuma (Alberti) – Firenze | Arezzo
    1° gara velocità cat. VetturetteCoppa della Consuma (Alberti) – Firenze | Arezzo«Medaglia d’argento», I Esposizione Internazionale di Automobili – Torino
  • 1903
    «Medaglia d’argento», VII Salon de l‘Automobile – Paris (F)
  • 1902
    2° Targa Rignano categoria (Trieste) – Bovolenta-Padova1° Coppa della Consuma, categoria Touristes (Miccinesi) – Firenze | Arezzo
a cura di: Massimo Grandi

La “Florentia” del 1901 rappresenta la prima automobile fabbricata a Firenze ed una delle prime prodotte in Italia. Questa sua prerogativa sarebbe già di per sé sufficiente a motivarne la citazione, l’inserimento e la “acquisizione” all’interno in un museo dedicato al design toscano. In realtà, però, essa rappresenta molto di più del mero primato storico cui si è or ora accennato.
Essa segna in qualche modo l’inizio di una storia importante incentrata sul ruolo che Firenze e la Toscana hanno rappresentato nella storia dell’automobile in Italia, un ruolo che nel tempo è stato sostanzialmente dimenticato, superato dall’emergere e predominare delle grandi fabbriche e dai grandi marchi del nord: Fiat, Alfa Romeo, Lancia ecc.
Quando si parla di car design italiano – o anche semplicemente d’auto –, è indubbio che esista nell’immaginario collettivo un’associazione immediata ed esclusiva con i centri storici di produzione dell’auto del nostro paese: Torino, Milano, Modena o, al massimo, con l’Italia del nord-ovest. Certamente non viene in mente la Toscana, per non dire poi Firenze, ma questo immaginario, per quanto comprensibile è basato su una lettura superficiale della realtà. Il legame tra parabola dell’auto e Toscana appare infatti estremamente profondo.

Nel 1853 viene esposto all’Accademia dei Georgofili quel motore a scoppio che Eugenio Barsanti e Felice Matteucci – entrambi toscani – avevano appena inventato. Brevettato l’anno successivo, il motore viene costruito nella fonderia Benini Albignone e reso funzionante nel 1856.

Cristina Bruscaglia, Francobollo celebrativo del 150° anniversario dell‘invenzione del motore a scoppio, 31 maggio 2003 | Nella vignetta sono raffigurati in primo piano, a sinistra Padre Eugenio Barsanti a destra Felice Matteucci, inventori del motore a scoppio. Al centro è rappresentato il motore bicilindrico costruito dall’Officina Pietro Benini (fonderia Benini Albignone) di Firenze. Sullo sfondo è riprodotta una Azione della Società Anonima del Nuovo Motore Barsanti e Matteucci, fondata dai due scienziati a Firenze il 14 ottobre 1859, per la produzione e la vendita dei loro motori. Completano il francobollo le legende «PADRE E. BARSANTI», «150° ANNIVERSARIO INVENZIONE DEL MOTORE A SCOPPIO» e «F. MATTEUCCI», la scritta «ITALIA» ed il valore «€ 0,52» | Tiratura: tre milioni e cinquecentomila esemplari.

Sebbene per molti decenni si sia erroneamente ritenuto che la prima auto a circolare in Italia fosse stata una Panhard-Levassor mod. “Dog-Kart” acquistata dal nobile fiorentino Carlo Ginori [01], tale esemplare “fiorentino” va peraltro tuttora ricompreso nel novero delle primissime auto circolanti sul territorio nazionale, a testimonianza dell’immediata attenzione tributata in regione al nuovo prodotto. Ancora un fiorentino è «Giuseppe Alberti negoziante di macchine per cucire in via dei Pucci» che nella medesima strada apre quello che sarà «il primo salone di vendita per automobili, subito imitato da tale Ettore Magliati, concessionano della De Dion»[02].

La Panhard-Levassor del 1894 appartenuta al Conte Ginori di Firenze | Foto tratta da Pier Francesco Listri, L’avventura di Firenze. Tre secoli fra turismo e cultura 1700-1900, Ed. Becocci, Firenze 1991.

[01] La Peugeot Tipo 3 di Gaetano Rossi, cui è stata fatturata e consegnata il 2 gennaio 1893. Prezzo di vendita 5.425 franchi francesi, oltre a 142 franchi per ricambi e accessori vari. L’auto è stata fotografata dopo il restauro accurato cui è stata sottoposta nel 2007-08. «Nel Museo Peugeot di Sochaux sono conservati i dati di tutte le vetture prodotte dalla Casa, catalogate per numero di telaio, a partire dal n. 1. Sul registro della Casa compare questa annotazione: “telaio n. 25, vettura 4 posti con capote e strapuntini, motore n. 124 da 2 CV Destinazione: sig. Gaetano Rossi a Rocchette Piovene. Ordine: 30 agosto 1892. Commessa n. 5303. Consegna: 2 gennaio 1893”. Questo documento attesta che la Peugeot è stata la prima auto a circolare in Italia, mentre in precedenza si riteneva che ciò risalisse al 1894, quando Carlo Ginori il 28 febbraio di quell’anno esibì a Firenze una Panhard-Levassor. Altri precursori di cui è rimasta memoria furono Carlo Brena, che nel 1895 compì evoluzioni in Largo Cairoli, a Milano, con una Benz e, infine, il conte Marino Torlonia che, nel 1895, attraversò Roma con un quadriciclo». Fabrizio Taiana, La prima autovettura circolante in Italia, in AISA – Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile, in collaborazione con HCS – Historic Club Schio (a cura di), I primi veicoli in Italia 1882-1899. Dal Veneto i primi motori a combustione interna e le prime vetture | Brochure digitale – Vicenza, Aula Magna dell’Università 29 marzo 2008. Si veda anche in proposito Club Storico Peugeot Italia (a cura di), Storia della prima auto in Italia.
[02] Pier Francesco Listri, Decennio per decennio un secolo di vita quotidiana: 1900-1910, Informatore UniCoopFirenze, 2005 (www.coopfirenze.it/informatori/notizie/48-auto-e-stato-dassedio-5115).

Dunque a Firenze non ci si limita solo ad acquistare auto, le si inizia anche a costruire, «mentre a Torino nasce la FIAT, qui vede la luce la Rondine, che nel 1902 produce una prima elegante automobile che vincerà la medaglia d’oro all’esposizione di Parigi»[03 – Pier Francesco Listri, Op. cit.].
Nel 1901, come già accennato, era però già nata un’altra fabbrica di auto, la FTA (Fabbrica Toscana Automobili), una delle marche d’automobili più antiche d’Italia tanto da essere già citata dalla Gazzetta dello Sport del 21 dicembre 1900.
Dal 1903, dopo Milano e Torino, anche a Firenze si inizia ad organizzare un Concorso di Eleganza al Parco delle Cascine, il “Corso dei Fiori” – tra l’altro vinto proprio dalla Florentia di proprietà del duca Leone Strozzi, Amministratore unico della azienda omonima, che, in quella occasione, vendette il medesimo modello alla regina Margherita, presente alla manifestazione.
Altri concorsi di eleganza furono poi allestiti anche a Viareggio e Montecatini luoghi già noti di villeggiatura.

Ma il racconto della liaison fra regione e automobile continua con Pasquale Ermini – “Pasquino” (Leccio – Reggello , 30 settembre 1905 – Firenze, 1958) – che dalla sua officina di Viale Matteotti a Firenze inizia dagli anni ’30 a preparare auto da corsa e poi a produrre proprie vetture che, tra gli anni ’40 e ’50, rivaleggiano con bolidi come Maserati, Alfa Romeo, OSCA, nonché le stesse vetture della Ferrari anch’essa all’inizio della sua storia.
Nato a Firenze è pure Francesco Scaglione – “Franco” (Firenze, 26 settembre 1916 – Suvereto, 19 giugno 1993) – che disegnò le bellissime forme dell’Alfa Romeo 33 Stradale del 1967, e toscani sono ancora l’ingegnere Giotto Bizzarrini (Livorno, 6 giugno 1926), il padre della grande Ferrari GTO del 1962 e l’ingegnere Carlo Chiti(Pistoia, 19 dicembre 1924 – Milano, 7 luglio 1994).
Infine, non possiamo certo non citare la presenza di due grandi aziende legate al mondo dei mezzi di trasporto come la Piaggio di Pontedera e la Brera di Pistoia.

Pasquale Ermini, Ermini 357 Sport 1500, 1955.
Francesco Scaglione, Alfa Romeo 33 Stradale, 1967.
Giotto Bizzarrini, Sergio Scaglietti, Ferrari GTO, 1962.

Anche nel mondo del nascente agonismo l’amore per l’automobile e il brivido della velocità conquista i toscani che accorrono numerosi al primo Giro d’Italia che passa da Firenze nel 1901. L’anno dopo, il 15 giugno, assistono invece alla prima gara automobilistica in salita: quella della Consuma [04].
I grandi corridori toscani che sbocciano poi dopo la prima guerra mondiale hanno nomi a lungo celebrati: Masetti, Brilli Peri, Niccolini, Materassi. Più tardi sarà l’indimenticato Clemente Biondetti, detentore, tra l’altro del record di vittorie alla Mille Miglia, ben quattro: nel 1938, 1947, 1948, 1949.

[04] Va notato che proprio nella prima edizione della corsa della Consuma la Fiorentia della FTA vinse il l° premio nella categoria “Touristes”. Mentre nell’anno successivo, il 1903, come segnalato anche da Mario Fierli, alla corsa è abbinata anche una concomitante «prova al chilometro sul viale della regina alle Cascine». In tale contesto, delle «vetturette corre la sola Florentia 10 HP, guidata da Cattaneo. L’ottima macchina che fila splendidamente copre il km, in 48′ 4/7 pari a km. 73,700 all’ora». Sempre sulle pagine de La Stampa Sportiva del 21 giugno 1903 Fierli segnala che «sul percorso Pontassieve-Consuma (chilometri 14 di percorso in salita al 10%) […] la Florentia, una delle concorrenti che si presentava sotto i migliori auspici, per uno sgraziatissmo quanto impreveduto e imprevedibile inconveniente (la rottura di una candeletta d’accensione) ha compiuto quasi tutto il percorso in condizioni troppo inferiori alle concorrenti». Nonostante ciò nella categoria touristes la Florentia 8 HP guidata da Mochi, arriva terza in 34′ 46″ 1/3, e medesima posizione è conquistata nella categoria vetturette da Cattaneo con una Florentia 16 HP in 32′ 20”.

Per tornare all’argomento pincipale della nostra scheda, occorre rimarcare che oltre il suo innegabile valore sul piano storico, la vetturetta Florentia del 1901, presenta un peculiare interesse anche per alcuni contenuti tecnici posseduti.
Motorizzata infatti con un bicilindrico Buchet raffreddato ad acqua, la Florentia possedeva già una ventola di raffreddamento, allora era adottata solo dalle Benz. Questo sistema, aveva l’incomparabile vantaggio di assicurare il perfetto e continuo raffreddamento con una quantità minima di acqua (8 o 9 litri) per oltre 500 km di viaggio.

Il motore bicilindrico Buchet del 1901 montato sulla FTA “Florentia”.

Con una vettura del genere il marchese Lorenzo Ginori, tra i nobili più in vista dell’aristocrazia fiorentina, ed appassionatissimo d’automobilismo, superò indenne nel settembre del 1901 la salita da Livorno al Montenero, un risultato di tutto rispetto anche per le macchine di oggi. Di tale impresa è peraltro testimone la rivista “l’Auto” del primo settembre 1901 che all’epoca scriveva «… con una vettura “Florentia” il Marchese Lorenzo Ginori, abilissimo, fra i più abili chauffeur italiani, superava facilmente venerdì scorso la rapidissima salita, in alcuni punti del 22%, che conduce a Montenero (Livorno). Ci consta che il Marchese Ginori sia il solo chauffeur che sia riuscito nell’impresa malgrado i molti tentativi di altri, e siamo ancor lieti che questo tour de force sia stato compiuto con una vettura nazionale, ma anche fiorentina. I nostri rallegramenti al Marchese Ginori e alla Fabbrica Toscana di Automobili».

Anche grazie al successo di Ginori, l’innovativa vettura Florentia ebbe indubbiamente il merito di contribuire all’immediato sviluppo dell’azienda al punto che nel 1903, la FTA decise di consolidarsi con un aumento di capitale e nuovi soci. Quindi, con atto stipulato dal notaio Carlo Querci l’11 marzo 1903, la FTA adottò proprio il nome di quest’auto, divenendo la S.A. Florentia.

Dal punto di vista del design come sappiamo all’epoca della Florentia l’estetica dell’auto era decisa dai mastri carrozzieri che di norma seguivano direttamente le richieste del singolo cliente per l’allestimento della scocca. Nel nostro caso si tratta di una tipo Phaeton a due posti con panca posteriore, oggi diremmo una 2+2.

Anche nei limiti appena descritti, al momento non è dato sapere chi siano stati i creatori di questa specifica vettura, risulta comunque acclarato che già nel 1903 nell’azienda Florentia lavoravano progettisti allora famosi come Giustino Cattaneo – futuro direttore della sezione progettazione della Isotta Fraschini – e Antonio Chiribiri che, nel 1913, sarebbe divenuto lui stesso costruttore, lasciandoci in eredità la famosissima “Infuocata” del 1922, una sportiva pilotata anche da Tazio Nuvolari. Nel corso della loro attività presso la Florentia, Cattaneo e Chiribiri furono, tra l’altro, gli artefici dell’unico esemplare giunto sino a noi e custodito nel Museo dell’automobile di Torino: la Florentia Phaeton 10 HP del 1903.

Giustino Cattaneo, Antonio Chiribiri, Florentia Phaeton 10 HP, 1903.

Inserzione pubblicitaria tratta da La Stampa Sprortiva del 12 luglio 1903. L’imprenditore e chauffeur Giuseppe Alberti «per il 1903 […] sostenne interamente i costi di una massiccia campagna pubblicitaria sulle riviste del settore dove, oltre alle “Automobili Fiat, De Dion Aigle ecc. nuove e d’occasione”, presentava le “Automobili Florentia a 2 cilindri 10 HP” descrivendone le caratteristiche principali (“Tonneau smontabile, 4 posti, 3 velocità e marcia indietro, velocità massima 55 km all’ora; superano qualunque salita”). Si tratta sicuramente di un modello derivato dalla vetturella Florentia della F.T.A., dotato di un motore due cilindri anteriori monoblocco, per una cilindrata di 1400 cc, e una potenza di 10 CV nominali e di 16 effettivi. Particolare molto sfruttato nelle inserzioni pubblicitarie, il motore disponeva di un “volante ventilatore” per il raffreddamento, ed è per questo, probabilmente, che se ne garantiva l’efficienza su tutte le salite. Una vettura di questo genere, unico esemplare Florentia di cui si conosca l’esistenza, è esposto al Museo dell’Automobile di Torino. Era offerta in vendita anche una versione di potenza doppia, risultante dall’accoppiamento in linea di due di questi motori» (Donatella Biffignandi, Storia di un Giglio Reale, Centro di Documentazione Museo Nazionale dell’Automobile, Torino).
Purtroppo, quindi della vetturetta Florentia del 1901 non esiste alcun esemplare. Di essa si conoscono due sole foto: la prima – tra l’altro anche piuttosto sfocata – tratta da Wikipedia, la seconda – una “variante” coeva del primo modello – reperibile nel volume Marche Italiane Scomparse edito dal Centro di Documentazione del Museo dell’Automobile di Torino. Del primo esemplare abbiamo provato a ricostruire con un disegno quello che può essere stato grosso modo il suo profilo generale. Il modello “ricostruito” dà comunque modo di porre in rilievo le caratteristiche essenziali della vetturetta Florentia: dimensioni piuttosto contenute, ma con masse ben proporzionate e linee maestre molto leggere ed agili con le grandi ruote incorniciate dai parafanghi sottili che disegnano un sinuosa doppia esse.
Una forma complessiva elegante e piacevole che poteva tenere egregiamente confronto con vetture di marchio ben più prestigioso a livello europeo.

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a cura di: Umberto Rovelli

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Una delle rare immagini della vetturetta FTA “Florentia”, 1901 | courtesy Wikipedia

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Massimo Grandi, Ricostruzione schematica della FTA “Florentia” del 1901 | © Massimo Grandicourtesy Laboratorio Car Design – Università Firenze

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Una variante coeva del precedente modello di vetturetta FTA “Florentia” 1901 con motore Buchet (estratto da: Giancarlo Amari, Matilde Barberis (a cura di) Marche italiane scomparse, Centro di Documentazione Museo Nazionale dell’Automobile, Torino 1972) | courtesy Centro di Documentazione Museo Nazionale dell’Automobile di Torino

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Non sono attualmente disponibili le dimensioni quotate della vetturetta Florentia.

Tra i dati tecnici consolidati vanno annoverati i seguenti:

  • Motorizzazione con un due cilindri raffreddato ad acqua prodotto dalla Buchet.
  • Raffreddamento con radiatore a serpentina e ventola mossa dall’albero motore.
  • Motore e cambio anteriore con trasmissione a cardano e trazione sulle ruote posteriori.
  • Scocca tipo Phaeton più panca posteriore per un totale di 2 posti più 2.
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a cura di: Massimo Grandi, Umberto Rovelli