001
La macchina fotografica Condor in una immagine pubblicata per la prima volta sulla rivista “ferrania” nel dicembre 1949 | © & courtesy Fondazione 3 M

002
Alcune delle prime pubblicità della macchina fotografica Condor. A sinistra l’immagine, più tradizionale, scelta per la pubblicazione sulla rivista “ferrania” a partire da gennaio 1947. A destra quella, già più moderna per linguaggio, composizione e laconicità dell’insieme, pubblicata a partire da luglio 1947 | © & courtesy Fondazione 3 M

003
A sinistra, una panoramica dell’offerta complessiva di apparecchi fotografici (ivi compresa la Condor al centro) che l’azienda Ferrania propone sul proprio house organ nel dicembre 1950. A destra la diversa connotazione che le Officine Galileo intendono comunicare circa la propria attività (fortemente connessa all’ottica, la componentistica e gli accessori professionali) proposta sempre su “ferrania” nel maggio 1954 | © & courtesy Fondazione 3 M

[…]
1947-48
Condor / Condor I, Ib, Ic / Candog I
Modello di fotocamera, considerato copia Leica, che con quest’utimo ha varie caratteristiche ha comune: dimensioni, tipo di pellicola utilizzata, misure del negativo, telemetro accoppiato alla messa a fuoco. Fabbricata in acciaio con calotta e fondello cromati, la parte centrale verniciata in nero e rivestita in pelle, la fotocamera utilizza pellicola 35 mm in caricatori standard con cui si ottengono negativi 24×36 mm ed è dotata di otturatore centrale a lamelle solidale con l’obiettivo, il tutto montato su un tubo rientrante. L’obiettivo, denominato Eliog e progettato appositamente dalle Officine Galileo, ha una focale di 50 mm ed è costituito da tre lenti fabbricate con due diversi tipi di vetro e con trattamento antiriflettente delle superfici. Con una luminosità di 1:3,5, è munito di un diaframma ad iride con 7 possibili valori di apertura compresi tra 3,5 e 25. Anche l’otturatore a lamelle, denominato Iscus Rapid, è un brevetto delle Officine Galileo, progettato e fabbricato appositamente per la Condor e oltre alla posa B consente l’uso di nove tempi, compresi tra 1 secondo e 1/500 (Donato Consonni, Il grande libro delle fotocamere Ferrania – bencinistory.altervista.org)
Dimensioni: cm 12,5 x 7,5 x 5 (obbiettivo chiuso)
Peso: g 540 ca
Formato pellicola: 135
Formato negativo: 24 x 36 mm
Obbiettivo – focale: 50 mm/1:3,5 (Eliog)
Messa a fuoco: con telemetro
Diaframmi: 7: da 3,5 a 25
Tempi otturatore: 9 velocità: da 1 sec. a 1/500 + B
Sincro lampo: no
Autoscatto: no
Varianti: Condor Ib – con piedino nella base per garantire l’equilibrio sul piano dell’apparecchio e obiettivo dotato di attacco per l’accessorio per realizzare stereofotografie; Condor Ic – con obiettivo Eliog 50mm F/2,8 più luminoso dei precedenti; Candog I – modello pressoché invariato ma proposto esclusivamente per il mercato australiano e dotato della sola scala di messa a fuoco in feet (Gianni Giovannini – GaMi16.it)
1951
Condor Junior
Fabbricata in acciaio con calotta e fondello cromati e parte centrale verniciata di nero e rivestita in pelle, questo modello utilizza pellicola 35 mm in caricatori standard con cui si ottengono negativi di 24×36 mm ed è dotata di otturatore centrale a lamelle solidale con l’obiettivo, il tutto montato su un tubo rientrante. Come la Condor I monta un obiettivo Eliog delle Officine Galileo con focale di 50 mm costituito da tre lenti con trattamento antiriflettente delle superfici. Ha una luminosità di 1:3,5 ed è munito di un diaframma ad iride con la possibilità di scegliere tra 7 possibili valori di apertura compresi tra 3,5 e 25. Anche l’otturatore a lamelle, denominato Iscus Rapid, è un brevetto delle Officine Galileo e oltre alla posa B consente l’uso di nove tempi compresi tra 1 secondo e 1/500. L’otturatore è sincronizzato per l’uso del flash mentre il telemetro è assente (Donato Consonni, Il grande libro delle fotocamere Ferrania – bencinistory.altervista.org)
Dimensioni: cm 12,5 x 7,5 x 5 (obbiettivo chiuso)
Peso: g 540 ca
Formato pellicola: 135
Formato negativo: 24 x 36 mm
Obbiettivo – focale: 50 mm/1:3,5 (Eliog)
Messa a fuoco: a stima (su scala in metri)
Diaframmi: 7: da 3,5 a 25
Tempi otturatore: 9 velocità: da 1 sec. a 1/500 + B
Sincro lampo: si
Autoscatto: no
1951
Condoretta
Si tratta del modello più economico della serie il cui minor costo era giustificato dall’assenza del telemetro nonché dall’utilizzo di un diverso otturatore ed obiettivo. A titolo di curiosità si ricorda comunque che una Condoretta venne assegnata ad ognuno degli alpinisti che nel 1954 parteciparono alla spedizione sul K2. Fabbricata in acciaio con calotta e fondello cromati e parte centrale verniciata di nero e rivestita in pelle, la Condoretta utilizza pellicola 35 mm in caricatori standard con cui si ottengono negativi di 24×36 mm ed è dotata di otturatore centrale a lamelle solidale con l’obiettivo; il gruppo otturatore-obiettivo era fisso, senza tubo rientrante. La Condoretta monta un obiettivo Terog delle Officine Galileo con focale di 40 mm costituito da tre lenti con trattamento antiriflettente delle superfici, ovvero con una struttura quasi identica a quella dell’Eliog della Condor I e della Condor Junior. L’obiettivo ha una luminosità di 1:4 ed è munito di un diaframma ad iride con la possibilità di scegliere tra 6 possibili valori di apertura compresi tra 4 e 22 (Donato Consonni, Il grande libro delle fotocamere Ferrania – bencinistory.altervista.org)
Dimensioni: cm 12,5 x 7,5 x 5,5
Peso: g 450 ca
Formato pellicola: 135
Formato negativo: 24 x 36 mm
Obbiettivo – focale: 40 mm/1:4 (Terog) | 40 mm/1:3,5 (var. Eliog segnalata da G. Giovannini – GaMi16.it)
Messa a fuoco: a stima (su scala in metri)
Diaframmi: 6: da 4 a 22
Tempi otturatore: 8 velocità: da 1 sec. a 1/300 + B
Sincro lampo: si
Autoscatto: no
Varianti: Candog Minor – modello pressoché invariato ma proposto esclusivamente per il mercato australiano (Gianni Giovannini – GaMi16.it)
1953
Condor II
La più bella, completa (e costosa) fotocamera della serie Condor, il cui costo è giustificato da una numerosa serie di innovazioni e migliorie che riguardano l’obbiettivo, il telemetro, l’otturatore, l’avanzamento della pellicola, il sincronismo per il flash e altri particolari di minore importanza. La Condor II ha dimensioni leggermente superiori rispetto alla Condor I, è più alta di circa 1 cm e leggermente più profonda con obbiettivo chiuso (sempre 1 cm circa), anche i materiali utilizzati sono probabilmente migliori con un maggiore utilizzo di acciaio inossidabile nel guscio esterno (calotta e fondello) e nella montatura dell’obiettivo. Come sempre la parte centrale è in acciaio verniciato in nero e rivestito in pelle nera. Anche questa fotocamera utilizza pellicola 35 mm in caricatori standard con cui si ottengono negativi di 24×36 mm ed è dotata di otturatore centrale a lamelle solidale con l’obbiettivo, il tutto montato su un tubo rientrante. La Condor II monta un obiettivo con caratteristiche e prestazioni superiori a quello della Condor I, l’obiettivo è un Esaog delle Officine Galileo con focale di 50 mm costituito da sei lenti con trattamento antiriflettente delle superfici. Ha una luminosità decisamente elevata e pari a 1:2 ed è munito di un diaframma ad iride con la possibilità di scegliere tra 7 possibili valori di apertura compresi tra 2 e 16. L’otturatore è ancora un Iscus Rapid a lamelle delle Officine Galileo migliorato e che oltre alla posa B consente l’uso di nove tempi tra 1 secondo e 1/500. L’otturatore ha una doppia sincronizzazione per l’uso di lampeggiatori che praticamente era rappresentata dalla presenza di due diversi spinotti a cui collegare il flash. (Donato Consonni, Il grande libro delle fotocamere Ferrania – bencinistory.altervista.org)
Dimensioni: cm 12,5 x 8,5 x 6 (obbiettivo chiuso)
Peso: g 700 ca
Formato pellicola: 135
Formato negativo: 24 x 36 mm
Obbiettivo – focale: 50 mm/1:2 (Esaog)
Messa a fuoco: con mirino telemetro
Diaframmi: 7: da 2 a 16
Tempi otturatore: 9 velocità: da 1 sec. a 1/500 + B
Sincro lampo: si (X e F)
Autoscatto: no
1953
GaMi 16
Una delle più innovative fotocamere subminiatura che siano mai state concepite e prodotte. Al progetto, l’ing. Ambrogio Carini lavora dall’immediato dopoguerra. I due punti di forza della GaMi sono: l’esposimetro ad estinzione automatico accoppiato ai diaframmi e ai tempi ed il sistema di trasporto della pellicola a molla con sequenza di tre fotogrammi. La fase progettuale finisce alla fine del 1947 ma occorre attendere il 1953 perché sia disponibile sul mercato immediatamente dopo la sua presentazione alla XXXI Fiera di Milano in aprile. L’obiettivo è un Esamitar delle Officine Galileo con focale di 25 mm costituito da sei lenti con trattamento antiriflettente delle superfici con una luminosità pari a 1:1,9. Il peso dell’apparecchio è di appena 290 grammi e sebbene di per sé sia estremamente versatile la sua fruibilità ed efficacia è implementata da un sistema di accessori invidiabile che comprende: ingranditore, sviluppatrice, bobinatrice, apparecchio per la riproduzione, adattatore per microscopio, obbiettivo per proiezione, lente addizionale per prese ravvicinate, visore, filtri, attacco lampo, taglia film, testa panoramica e custodia subacquea (Gianni Giovannini – GaMi16.it)
Dimensioni: cm 11,5 x 5,5 x 2,7 (con sportello chiuso)
Peso: g 290 ca
Formato negativo: 16 mm
Obbiettivo – focale: 25 mm/1:1,9 (Esamitar)
Messa a fuoco: con telemetro integrato nel mirino ed esposimetro a estinzione (fino a 50 cm)
Tempi otturatore: da 1/2 sec. a 1/1000
Sincro lampo: si
Filtro incorporato: giallo
Correzione di parallasse: presente
Correzione diottrica: +/- 3 diottrie
Accessori: Ingranditore, sviluppatrice, bobinatrice, apparecchio per la riproduzione, adattatore per microscopio, obbiettivo per proiezione, lente addizionale per prese ravvicinate, visore, filtri, attacco lampo, taglia film, testa panoramica
Museo delle Officine Galileo / Fondazione Leonardo
Via Albert Einstein, 35
50013 Campi Bisenzio – Firenze
phone +39 333 692 8513
info@museodelleofficinegalileo.it
www.civiltadellemacchine.it/it/la-fondazione/musei-e-archivi/museo-delle-officine-galileo
Archivio GaMi 16
Gianni Giovannini
phone +39 335 802 6029
info@gami16.com
www.gami16.it