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Palomar

Palomar

Anno

2001

Luogo

Firenze

Prodotti

Pur fondata nel 2001, le origini di Palomar sono legate alla grande tradizione ottica fiorentina; è infatti del 1956 il nucleo aziendale primitivo che, oggi, costituisce il retroterra «tecnico/scientifico» dell’azienda. Un breve resoconto per tappe essenziali di tale background evidenzia come già prima del 1960 Ermanno Palchetti e suo figlio Massimo fossero tra i primi importatori di fotocamere reflex dal Giappone, attività e primato imprenditoriale che segnò la nascita della fiorentina PAIM (Palchetti Importazioni), società cui si deve anche l’arrivo sul mercato italiano delle cineprese prodotte dal brand giapponese Miranda.
Nel trentennio successivo, fino ai primi anni ’90, PAIM amplia la propria gamma includendo strumenti ottici e creando un marchio – Antares – dedicato a telescopi di alta qualità, binocoli, microscopi e strumenti meteorologici.

Dal 1993 Fabio Palchetti, figlio di Massimo Palchetti, diventa CEO di PAIM. E’ un evento cardine nella strategia aziendale in quanto, con la sua laurea in filosofia, Fabio determina un cambiamento di prospettive progettuali per la società e la sua politica «culturale» in cui anche il «design dei servizi» comincia ad avere una decisiva influenza sui destini aziendali.
Negli anni successivi nascono dunque progetti innovativi per l’osservazione del cielo – in particolare la luna – e un sito web che rende possibile la costruzione di telescopi su richiesta. La prima assistenza domestica per l’astronomia con un servizio informazioni valido per tutta Italia – denominato Il tecnico un Tua Casa –, è impostata per servire coloro che possiedono un telescopio Antares.

Nel 2001 Fabio Palchetti fonda quindi Palomar srl, che deve il proprio nome non solo ad uno dei più grandi osservatori astronomici del mondo, ma anche al protagonista di uno dei romanzi di Italo Calvino: il signor Palomar.
La nuova società crea progetti innovativi in collaborazione con i maggiori editori internazionali volti innanzitutto alla promozione di un maggiore interesse per l’osservazione del cielo.
Con lo Star Observer, realizzato (a partire dal 2006) per DeAgostini Editore, per la prima volta un telescopio riflettore D114/F1000, potente e versatile, che consente un’osservazione ravvicinata dei corpi celesti, viene offerto al grande pubblico, scomposto in singole unità da assemblare acquistabili in edicola. Altro progetto lanciato in edicola per DeAgostini Editore (ancora a partire dal 2006), è il Micro Observer destinato ad un ampio pubblico di ragazzi e adulti, professionisti e appassionati che desiderano avventurarsi nel mondo della natura e della scienza alla scoperta dell’infinitamente piccolo.

A partire dal 2004 Palomar si trasferisce in un edificio storico nel cuore del quartiere Oltrarno di Firenze; un luogo affascinante e atipico che rispecchia lo spirito dell’azienda. Uno dei progetti più interessanti dell’azienda ZoomArt è il frutto inventivo di Cristina Cencetti, moglie di Fabio. Si tratta del primo strumento ottico al mondo dedicato ad osservare l’arte in particolare. Idea brillante che si rivolge ad un pubblico vasto (si pensi ad es. ai vantaggi fruitivi offerti dallo strumento ai visitatori della Cappella Sistina a Roma) che si trasforma in successo di vendite nelle librerie dei principali musei italiani. Un successivo incontro con Odo Fioravanti è poi all’origine della seconda, definitiva versione, dello strumento presente anche in occasione di missioni scientifiche internazionali (ZoomArt è stato infatti selezionato quale strumento idoneo per seguire in diretta il lancio su Giove della missione spaziale NASA – denomiata Juno – avvenuto il 5 Agosto 2011 dal Kennedy Space Center a Cape Caneveral).

Come evidenziato anche dal caso ZoomArt, dal 2007 il focus dell’azienda si sposta con decisione sul design conducendo Palomar ad assemblare una collezione molto selezionata di oggetti con una sporgenza culturale specifica e tutti in relazione con «il mondo del signor Palomar», protagonista, come detto, del volume di Italo Calvino nel 1983: lo sguardo (telescopi, cannocchiali, occhiali), il tempo sia cronologico che meteorologico (calendari perpetui ma anche barometri o termometri), lo spazio – cielo e terra – e la sua rappresentazione (i globi, le mappe). Con l’evidente ambizione di proporre oggetti «senza tempo» che soddisfino le esigenze più semplici, ma anche più essenziali dell’uomo e che proprio per questo non sono soggette alle mode. Una sorta di controcanto al main stream dilagante della tecnologia digitale; un ritorno deciso all’analogico che non significa vintage, ma proposta di un significato radicalmente nuovo dell’esperienza individuale del guardare, del riflettere sul tempo e del rappresentare lo spazio. Un modo per dire che esiste una dimensione più umana, più ironica e forse anche più bella che può convivere con la tecnologia ed i suoi presunti imperativi.

Su questa traccia, dal 2008 Palomar ribadisce la propria vocazione design decidendo di sviluppare un insieme di elementi dedicati a osservare e misurare il mondo, lavorando con i migliori giovani designer italiani.
Nel 2010, il Telescopio di Galileo, disegnato ancora da Odo Fioravanti, è un omaggio al 400° anniversario delle prime osservazioni astronomiche di Galileo mentre il mappamondo Odnom, disegnato da Giulio Iacchetti, è un nuovo prodotto «rappresentativo» che dona nuova luce, caratterizzandone la percezione in modo sensibilmente diverso, all’emisfero sud.

Nel medesimo anno, proseguendo su doppio binario di produzione|promozione degli stumenti dedicati alla «osservazione e misurazione del mondo», Palomar realizza, per Walt Disney Company Italia, un piccolo cannocchiale – il Galileo’s Telescope by Topolino – perfettamente funzionante ideato per bambini di fascia di età compresa dai 6 ai 10 anni. Lanciato in edicola con il noto settimanale, il prodotto è arrivato nelle case di moltissimi bambini avvicinandoli ai temi dell’osservazione del cielo e dell’astronomia.
Una ulteriore iniziativa «editoriale» volta a promuovere indifferentemente sia il brand che la mission aziendale è poi costituita dall’inserimento nel Catalogo Fidaty Esselunga, Collezione Autunno Inverno 2009/2010 del Telescopio di Galileo, Palomar apre la Palomar Sciorùm nella loggia del XV secolo, adiacente alla propria sede, dove epone la propria collezione di oggetti di design e organizza incontri e dibattiti dedicati ai temi legati ai suoi interessi e attività.

Ancora nel 2010 dall’incontro con Emanuele Pizzolorusso – giovane designer italiano stabilitosi in Finlandia – nasce l’idea di produrre delle le mappe urbane «morbide» altamente resistenti che non richiedano necessariamente d’essere ripiegate dopo l’uso: le Crumpled City™ Maps. Realizzate utilizzando come base un materiale estremamente resistente e al tempo stesso morbido – il tyvek – che permette di appallottolarle, infilarle in tasca o in borsa senza troppo preoccuparsi di piegarla e di renderla illeggibile soprattutto lungo le piegature le Crumpled City™ Maps costituiscono un’avventura produttiva che non si può esitare a definire «virale» e che ormai riguarda almeno 40 città e altrettante mappe indistruttibili dal peso pressocché irrilevante che possono essere gualcite a volontà dai loro fruitori. L’idea «seminale» delle Crumpled City™ determina numerosi casi di prodotti «spin-off» come le mappe Crumpled City™ Junior (2011) con le illustrazioni originali di Alessandro Maffioletti (aka Alvvino), le PinCity, le PinWorld XL – che presentano concetti meno convenzionali nel rappresentare il mondo – e, in particolare, le luminescenti Crumpled Sky Maps (2013) dove la tracciatura del cielo stellato, visibile da diverse latitudini e durante le diverse stagioni, diviene occasione per un ulteriore omaggio al protagonista della raccolta di racconti di Calvino e al suo bisogno di guardare le stelle: quando si tratta di una bella notte stellata, dice infatti il signor Palomar, «Devo andare a guardare le stelle» (Italo Calvino, Palomar, 1983), perché ritiene sia sbagliato sprecare la grande quantità di stelle che viene messa a sua disposizione.

Sul finire del 2013, la ricerca di versatilità e funzionalità è alla base del concept (avviato con la finlandese Avek da Emanuele Pizzolorusso agli inizi del 2012), del modello|prototipo e della definitiva messa produzione con Palomar di un innovativo set di due piccole luci magnetiche per bicicletta: Lucetta. Un progetto semplice e raffinato (grafica e packaging sono ancora opera di Alessandro Maffioletti) che semplifica l’utilizzo in termini davvero consistenti ricreando quell’effetto sorprendente e «magico» (dove una sorta destrezza manuale, quasi da prestidigitazione, pare evocata sia nell’immediatezza installativa dello strumento sia nelle fasi di riposizionamento e «chiusura» del prodotto) che il design è talvolta in grado di offrire alle pratiche umane più banali, ripetitive e noiose.

Tra i riconoscimenti ottenuti si segnalano: Menzione d’Onore al XXIII Compasso d’Oro ADI – 2014 – Milano (Crumpled City™); Design Plus Award | Solutions 2014 – Frankfurt (Lucetta); Design Plus Award 2012 (Crumpled City™) – Frankfurt; European Consumers Choice Award 2012 – Brussels (Crumpled City™); Menzione d’Onore al XXII Compasso d’Oro ADI – 2011 – Milano (Galileo’s Telescope e ZoomArt); European Consumers Choice Award 2011 – Brussels (Galileo’s Telescope); Prix Les Decouvertes | Maison & Objet 2011 – Paris (Crumpled City™); DeZeen Book of Ideas 2011 – London (Crumpled City™); ADI Design Index 2011 – Milano (Crumpled City™); ADI Design Index 2010 – Milano (Galileo’s Telescope); ADI Design Index 2009 – Milano (ZoomArt).

a cura di: Umberto Rovelli
  • 2016
    XXIV Premio Compasso d’Oro ADI – Milano
  • 2014
    Design Plus Award – Frankfurt am Main
    Menzione d’Onore al XXIII Premio Compasso d’Oro ADI – Milano
  • 2012
    Design Plus Award – Frankfurt am Main
    European Consumer Choice Award – Brussels
  • 2011
    Due Menzioni d’Onore al XXII Premio Compasso d’Oro ADI – Milano
    ADI Design Index
     – Milano
    European Consumer Choice Award – Brussels
  • 2010
    ADI Design Index – Milano
  • 2009
    DI Design Index – Milano
a cura di: Umberto Rovelli
  • 2013
    Lucetta
    “Domus”
  • 2013
    AA. VV., Geo Graphic
    Index Book, Barcelona
  • 2012
    Luciana Rampino, Dare forma e senso ai prodotti. Il contributo del design ai processi d’innovazione
    Franco Angeli, Milano
  • […]

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